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La vitamina D3, l’elisir del sole

La vitamina D3, l’elisir del sole

L’uomo, a partire dal deidrocolesterolo – provitamina derivante dal colesterolo –, è in grado di sintetizzare la vitamina D3. poiché, Questa molecola, presente nella pelle attraverso l’assorbimento dell’energia radiante del sole, viene trasformata in colecalciferolo, che poi fegato e reni convertono nella forma attiva.

Di contro, risulta molto ridotta la quantità di calciferolo proveniente dagli alimenti. Infatti, solo il 10% del fabbisogno dell’organismo può essere coperto da una dieta onnivora. Il resto deve essere in ogni caso ricavato dall’esposizione al sole o, in sua mancanza, dagli integratori. Le problematiche legate alla carenza di questa vitamina sono esattamente le stesse negli onnivori, nei latto-ovo-vegetariani e nei vegani.

La funzione più evidente della vitamina D è legata al metabolismo del calcio e del fosforo: essa agisce sul mantenimento dell’equilibrio della struttura del tessuto osseo (si ricorda infatti che ridotti apporti di vitamina D comportano un ridotto assorbimento di calcio).Oggi però si stanno aprendo nuove ipotesi riguardo le funzioni di questa vitamina, che sta assumendo tutte le caratteristiche di un ormone: è considerata importante sia per la secrezione insulinica (nel controllo del diabete tipo II) e nel dimagrimento, così come per l’integrità cardiovascolare, nella cancerogenesi (legata alla crescita e differenziazione cellulare), nelle malattie auto-immuni, nella funzionalità del tessuto muscolare e di quello nervoso.

Ecco perché è fondamentale mantenere adeguati livelli di vitamina D, monitorando contestualmente i livelli di calcio, fosforo, e paratormone

In fase di sviluppo, poi, la vitamina D è fondamentale per evitare problemi legati al rachitismo. Tuttavia, anche per gli adulti, in particolar modo nel caso degli anziani, la sua assunzione aiuta a scongiurare l’insorgenza di osteomalacia e osteoporosi.Inoltre, è cruciale mantenere il giusto apporto di vitamina D in gravidanza, allattamento, svezzamento e sviluppo del bambino, valutando con il pediatra la somministrazione di un integratore, che oggi è consigliato dalle linee guida.

Le fonti alimentari sono estremamente limitate e si riconoscono come tali il pesce grasso – come salmone selvaggio, sardine, sgombro, tonno o merluzzo, dal cui fegato si ricava l’olio – oppure, in quantità molto più basse, i derivati del latte intero, le uova e i funghi secchi.

In linea di massima, alle nostre latitudini, è sufficiente un’esposizione solare di volto e arti superiori per 20-30 minuti circa 2-3 volte la settimana, durante la stagione estiva. Il problema sussiste nei mesi autunnali e invernali, per la scarsità di giornate di sole e la difficoltà ad esporsi legate al clima. Motivo per cui è sempre più diffusa nella popolazione generale (indipendentemente dal tipo di dieta seguito) la carenza di vitamina D.

Pertanto, appare spesso necessario ricorrere a integratori che, come consiglia il Dott. Holick, un esperto mondiale, va assunta preferibilmente in dosi quotidiane (a seconda dei casi, da 1000 a 4000 Ul di vitamina D), per raggiungere valori ottimali di concentrazione nel sangue di 50-60 ng/ml.

IT